Primi piatti, Territorio, Tradizione, Verdure

Prepariamoci alla Quaresima

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Questa per il Calendario del Cibo Italiano di AIFB, è la settimana della Cucina della Penitenza, ambasciatrici Susanna Canetti e Alessandra Gennaro, andate a leggere il post.

Matteo nel Vangelo dice:
“Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.
“E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Tu invece quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché  la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”.

Pertanto in cosa consiste l’astinenza nel periodo Quaresimale?

  • L’astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi;
  • Sono giorni di digiuno ed astinenza il mercoledì delle Ceneri ed il Venerdì Santo;
  • Sono giorni di astinenza tutti i venerdì di Quaresima;
  • Il digiuno richiede di fare un solo pasto al giorno, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, alla qualità e alla quantità in relazione alle abitudini locali approvate dalla Costituzione Apostolica Poenitemi, sulla dottrina e le norme della penitenza.

L’Astinenza può essere sostituita da:

  • pratiche di pietà;
  • mortificazioni corporali concrete;
  • astensione da bevande alcoliche, tabacco e spettacoli;
  • elemosina secondo le proprie possibilità come opere di carità.

I maggiori di 14 anni sono chiamati all’astinenza, mentre i maggiori di 18 anni fino ai 60 compiuti sono chiamati al digiuno.

Il Cardinale Camillo Ruini, nel decreto di promulgazione del 4 ottobre 1994 al punto 10, parla della nuove forme penitenziali relativamente alle profonde trasformazioni sociali e culturali che segnano i costumi di vita del nostro tempo, rendendo problematici, se non addirittura anacronistici e superati gli usi e le abitudini di vita accettati da tutti fino a poco tempo fa.
Il Cardinale scrive:
“Per la pratica dell’astinenza, si pensi alla distinzione tra cibi “magri” e cibi “grassi”: una simile distinzione porta in sè il rischio di allontanarsi da quella sobrietà che appartiene al genuino spirito penitenziale e di ricercare di fatto cibi particolarmente raffinati e costosi, che di per sé non contrastano con le norme tradizionali fissate dalla Chiesa”.

I venerdì di Quaresima, a casa mia, c’era l’usanza di mangiare il baccalà in umido (o alla veneziana), pesce gatto fritto o in umido, il cagnoletto lesso o al forno (il palombo), pasta e fasoi, alla quale non si aggiungeva la cotenna del maiale e i peseti fritti (alborelle piccole).
La ricetta che vi propongo oggi mi è stata, gentilmente regalata, dal titolare del negozio di libri qui di Este, La Gregoriana, dove ero andata qualche giorno fa alla ricerca di un libro che mi potesse aiutare a scrivere questo articolo, ma mentre si parlava dell’argomento mi ha insegnato una ricetta che sua nonna gli preparava proprio per il periodo quaresimale, e mentre lui mi parlava io nel mio immaginario la vedevo già sul fuoco a bollire… aggiungiamo poi che quando si parla di pasta fatta in casa io mi ci butto a capofitto… fate un po’ voi…
Ho cercato quindi di usare le verdure il più possibile di stagione, magari utilizzando quelle che avrebbe usato la sua nonna.

L’astinenza dai cibi grassi nel periodo quaresimale era tassativa, guai a sgarrare il menù, non si poteva!!! Mio nonno era molto esigente e l’astinena si doveva seguire meticolosamente, mentre per mia nonna ero sempre piccola anche a 18 anni… dovevo crescere e quindi mangiare sempre…

Piccola annotazione, nelle foto voi vedete i tagliolini, ma come dice Erica noi Padovani siamo un po’ strani. Quindi quelle che per voi sono le tagliatelle per noi sono le lasagne, quelli che per voi sono i tagliolini per noi sono le tagliatelle (tajadele), quelle che per voi sono le lasagne al forno per noi è il pasticcio. Leggermente contorta? Si… ma giusto leggermente.

MINESTRA PAESANA
Ingredienti per 4 persone

PER LA SFOGLIA ALL’UOVO:

1 uovo d’oca (o 2 di gallina);
220 gr di farina (circa).

PROCEDIMENTO PER LA SFOGLIA:

Mettete
la farina e le uova nella ciotola della planetaria munita di gancio ed
impastate fino a quando l’impasto non si sarà ben compatto, lasciatelo
riposare avvolto nella pellicola per almeno 30 minuti.
Spolverizzate con
la farina la spianatoia e con il mattarello tirate fino a formare una
sottile sfoglia.
Lasciate la sfoglia all’aria per circa un’ora e poi tagliate le tagliatelle (tagliolini) e disponetele sopra un canovaccio e lasciatele asciugare nuovamente, spolverizzate di farina.

PER LA MINESTRA DI VERDURE:

1 porro;
2 carote;
4 piccole patate;
1/2 verza;
sale e pepe.

PROCEDIMENTO:

Tagliate a rondelle sottili il porro, a dadini le carote e le patate (precedentemente pelate) e a piccole listarelle la verza. Aggiungete dell’acqua e portate a cottura le verdure, salate e pepate e lasciatele sobbollire per almeno 2 ore. Lasciate riposare per 4-5 ore il tutto e riportate poi a bollore la minestra. Prendetene una parte e passatela con il passaverdura. Aggiungete circa 40 gr di riso (per persona) dopo circa 10 minuti aggiungete 40 gr di tagliatelle (tagliolini) per persona e lasciate cuocere per altri 5 minuti.
Impiattate e servite la minestra ben calda.

10 Responses

  1. Buona! Buonissima! un piatto favoloso! le nostre nonne non sbagliavano mai 🙂
    Buona serata, a presto …

  2. queste son chicche, altro che "mangiare di magro" 🙂
    c'è una ricerca profondissima, dietro questo post, che fonde la Storia con la maiuscola con la storia personale, che si scrive con la minuscola ma non per questo meno importante. La ricetta è l'emblema di quello che nella realtà si intendeva per mangiare di magro, con piatti che erano poi sostanziosi tanto quanto e, forse, persino più buoni degli altri. Bravissima e grazie!

    1. Che dire Alessandra, il tuo commento mi emoziona e mi rende felicissima.
      Insomma la mia mania di avere il quadro generale alquanto dettagliato, mi fa capire che sono sulla buona strada. Grazie ancora. Marianna

  3. E' incredibile quante scoperte si facciano grazie al Calendario! Non è fantastico andare in libreria per documentarsi sulla cucina quaresimale e finire per parlare con il libraio e annotarsi una ricetta della sua nonna??? Per me è una cosa tanto poetica quanto importante. Un modo per riallacciare i legami con il passato, con la nostra storia e con le tradizioni. Perchè senza di loro non avremmo un'identità e non potremmo costruire qualcosa di valido per il nostro futuro. Bellissimo contributo, grazie di cuore!

    1. Ero partita con delle idee… e poi mi ritrovo in libreria a parlare di ricette della tradizione con il proprietario e a proporre la ricetta della sua nonna… Il calendario mi stà facendo scoprire sempre cose nuove che adoro. Ma quanto bello è… Per me moltissimo.

  4. e che ti devo dì, Marianna? Lo sai, questo piatto mi sta facendo venire fame… con buona pace di digiuni e astinenze. Adoro le minestre "spesse" e sostanziose, ma dietro alla tua c'è tanta ricerca e tanta voglia di tornare alle tue radici 🙂 Un abbraccio. Ti aspetto con il prossimo "gemellaggio" … ahahah…

    1. Fausta carissima, in ogni piatto che faccio e propongo, un filo di congiunzione con la tradizione ci deve essere, fa troppo parte di me. Al prossimo gemellaggio.. hahahaaa…

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