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Tunisi, passeggiando nella banlieue nord

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Tunisi, passeggiando nella banlieue nord

Il nostro itinerario si snoda nella cosiddetta banlieue nord, periferia nord di Tunisi, un nome che tradotto vuol dire poco e solo chi frequenta la capitale dà a quest’espressione il giusto valore, una zona residenziale e allo stesso tempo storica.
Qui iniziò infatti la civiltà tunisina dopo gli insediamenti dei nomadi.

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Arrivare a Tunisi

A Tunisi si può arrivare in nave sbarcando a La Goulette, la piccola gola, quartiere molto vivace a due passi dalla cosiddetta Petite Sicile, Piccola Sicilia, l’area della città dove dalla fine dell’Ottocento si concentrò l’immigrazione siciliana, quando i flussi nel Mediterraneo andavano per lo più dal nord al sud. La Tunisia è infatti ad una notte di mare dal sud dell’Italia, una terra promessa ben più vicina dell’America.
In aereo la via è più semplice e si può arrivare da diverse città italiane con volo Ita Alitalia – diretto da Roma, un’oretta scarsa – o con la compagnia di bandiera tunisina Tunisair.
Una volta sbarcati all’aeroporto di Tunis Carthage, in città, si può prendere la grande arteria di collegamento diretta dal vicino quartiere del Lac, che prende il nome da un lago artificiale, bacino di acqua salata, zona di nuove costruzioni e d’affari, oppure allungare il tragitto, con un primo giro panoramico che attraversi La Goulette, il Kram per arrivare a Cartagine. Visto il costo molto abbordabile dei taxi non vale la pena affittare un’auto per confondersi nel traffico disordinato e congestionato della città.

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La leggendaria Cartagine

Ci ritroviamo a Cartagine fondata nell’814 a.C. secondo la leggenda da Elyssa, più conosciuta come Didone, figlia del re di Tiro, città fenicia, oggi porto libanese, che fuggì da suo padre che la voleva sposa a un uomo che non amava.
Da qui il coraggio di fondare, donna e sola una nuova civiltà, la prima con una costituzione democratica non scritta nel segno della libertà; l’astuzia di rispondere alla provocazione che la sua città sarebbe stata grande quanto una pelle di toro, tagliandola a striscioline così sottile da contenere una civiltà.  Ancora oggi la collina di Cartagine si chiama Byrsa da bursa, in greco pelle di animale (quindi borsa).
Dell’antica scelta ‘femminista’ ante litteram resta il volto della regina cartaginese sul foglio da dieci dinari; della scelta per la democrazia restano le vestigia nei mosaici geometrici, semplici, in bianco e nero realizzati da uomini liberi, diversamente da quelli dei romani che avevano gli schiavi. A Cartagine merita una passeggiata il parco archeologico con le Terme di Antonino che si affacciano sul mare e poi in alto l’antica cattedrale oggi museo archeologico e ancora alcune vestigia, come la Villa di Didone.
Villa Didon è anche il nome di un grande hotel dalla cui terrazza si gode una vista magnifica sul golfo e la vista del porto punico dove vale la pena una passeggiata. Prima di ripartire si può dare uno sguardo a Beit el-Hikma, la casa del sapere, sede culturale, con fini decorazioni e una bella terrazza sul mare.

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Sidi Bou Said

Da Cartagine ci si può spostare a Sidi Bou Said con il TGM-Tunis Goulette-Marsa, una sorta di diligenza presentata come metropolitana leggera che però quando non è affollato può essere un modo interessante per attraversare questa parte della città.
Il noto paesino, conosciuto come il luogo degli artisti – qui si ricorda all’inizio del secondo decennio del secolo scorso il viaggio di Paul Klee con Auguste Macke – ci fa tuffare nel Mediterraneo, con le sue case bianche e turchesi che si arrampicano sulla collina sormontata dal cimitero, un luogo semplice e suggestivo al tramonto dove la gente va a passeggiare (i cimiteri musulmani sono molto semplici).

A parte la Casa Berbera, un po’ turistica sulla salita di accesso al borgo, merita una vista alla Maison du Baron d’Erlanger, personaggio che si innamorò del luogo regalando la sua collezione di strumenti musicali africani che trovano in questa dimora una cornice d’eccezione. A parte le stradine deliziose, i negozietti turistici, i vicoli nei quali perdersi, una sosta al Café des nattes, letteralmente il caffè delle stuoie, con la lavorazione tipica non può mancare per sorseggiare un thé verde alla menta qui servito con pinoli o mandorle; e al Café des délices per ammirare il paesaggio dalla sua terrazza a gradoni. Per chi ama l’arte qui forse le due gallerie più interessanti dell’intera città, quella di Aïcha Gorgi, figlia del pittore omonimo e Le violon bleu, l’unica con un respiro internazionale. Infine un aperitivo sempre per ammirare uno degli scorci suggestivi a La Maison bleue dove in un ambiente liberty, un piccolo hotel, si possono ammirare alcune opere degli artisti tunisini più significativi del Novecento come Yahia Turki. Caratteristici del luogo anche i bambalouni caldi, zuccherati, imitazione gustosa dei bomboloni nostrani.

Immancabilmente sarete avvicinati da coloro che vi porgono un machmoum, un piccolo bouquet di gelsomini e una collana di fiori. Passeggiando non dimenticate di osservare le porte colorate che con i loro disegni realizzati con gli elementi in ferro, raccontano molte cose. Prima di allontanarsi non mancate la pasticceria Madame Hachicha, alla rotonda d’ingresso, bella e buona, dove i dolcetti tipici diventano creazioni artistiche. In auto in pochi minuti si può raggiungere il porticciolo turistico molto curato in realtà anche partendo dall’alto del villaggio e scendendo una serie di scale ma forse non vale la pena. Meglio affidarsi a pochi minuti di taxi.

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Sidi Dhrif e La Marsa

Da Sidi Bou Said si può riprendere il trenino e fermarsi a Sidi Dhrif, dove c’è una piccola chiesetta punto di riferimento dei cristiani della zona ed eventualmente fare una passeggiata un po’ lunga per arrivare a La Marsa, il porto in arabo, sul mare, il quartiere internazionale per eccellenza dove accanto alle costruzioni moderne ci sono ancora i vecchi edifici Liberty come la maison du boucher, la casa del macellaio e l’alcova del Bey, una palafitta sull’acqua oggi purtroppo chiusa che qui veniva a passare l’estate all’epoca; come la piccola sinagoga (chiusa diversamente da quella nel centro cittadino). A La Marsa bisogna perdersi, tra giardini, ville, e scorci del mare. A parte la bella passeggiata di fronte al mare, si può inoltrarsi nel parco con alcuni edifici ricchi di decorazioni, girare intorno alla moschea dove non si può entrare se non si è di fede musulmana e prendere un thé al Saf Saf, caffè tradizionale dove c’è un cammello ‘bianco’, attrazione dei turisti che però si racconta ci sia da sempre. Anche il mercato coperto è piacevole per respirare il gusto e annusare sapori e profumi di questo angolo di città. Di caffè ce ne sono molti, dai più popolari a quelli dal gusto raffinato. Per avere una vista panoramica si può salire sulla terrazza dell’elegante hotel Dar el Marsa proprio al centro della Corniche o a lato della galleria commerciale Zéphyr, À mi chemin, un caffè con terrazza dal gusto vintage.

Sulla Corniche una sosta per trovare qualcosa da leggere e ascoltare qualche storia è alla libreria Millefeuilles, piacevole palazzina Liberty dove capita spesso di assistere a presentazioni di libri o mostre temporanee, ben fornita anche con libri dedicati alla letteratura, cultura, storia del Paese e alla Tunisia in generale. Magari si può proprio cominciare da un libro di proverbi tunisini per entrare nella mentalità del luogo. A parte una libreria più commerciale alla Galerie Zéphyr, interessante anche Claire Fontaine, a pochi passi dalla precedente, dove si trovano le pubblicazioni eleganti e sofisticate di narrativa delle Éditions Elyzad.

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Per prendere un aperitivo o mangiare un boccone italiano Au Bon Vieux Temps (quasi di fronte alla Libraria Millefeuilles) è l’indirizzo giusto. Piacevole anche il ristorante Le Golfe pied dans l’eau che si può raggiungere anche via spiaggia. Per qualche acquisto profumato si può andare a La maison des senteurs o, dirigendosi verso Gammart, la zona dei grandi alberghi sul mare, risalendo la collina da Amarante Parfums. Imperdibile la passeggiata a metà della collina con lo sguardo annegato sul mare che da La Marsa porta a Gammart: Village, grazioso villaggetto dove si può prendere qualcosa seduti al Café Journal oppure scendere sulla costa. Molto bello per bere qualcosa di giorno o di sera l’Hotel Movenpick o, quasi alla fine di Gammart, prima di arrivare al lago con i fenicotteri, l’Hotel La Residence con un bellissimo parco. Un hotel nuovo ma con il fascino d’antan dove pagando una quota ci si può fermare una giornata, anche per approfittare del benessere, di un massaggio e dell’immancabile hammam. Andando o tornando da Gammart può essere interessante l’incontro con Sadika Kès Kès, artista del vetro con una produzione di oggettistica, sciarpe e vestiti con il suo nome, luogo anche di esposizioni temporanee. Tornando a La Marsa si può ripartire dal capolinea del TGM e tornare sui propri passi fino a La Goulette dove scendere per cominciare un nuovo itinerario. Se si ha fame o sete a Tunisi bisogna sapere che il pane è sfornato caldo ad ogni momento del giorno, non mancano certo pasticcerie e caffetterie dove gustare thé, limonate fresche o in stagione succo di fragola ma anche un discreto caffè con molte varianti.

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Qualche titolo da leggere

Proverbes de Tunisie, di Tahar Fazaa, Apollonia éditions: una raccolta di proverbi che hanno una forte dimensione culturale. Sono una metafora della saggezza popolare e un racconto della vita quotidiana per temi. Gustosa soprattutto la sezione dedicata al cibo.

Le gout de Tunis, testi scelti e presentati da Philippe Di Folco, Mercure de France, della serie Le gout de… Un modo insolito per visitare i luoghi tunisini, a partire dai testi letterari degli intellettuali tra Otto e Novecento: decisamente gustoso.

Fragments tunisiens, di Christian Giudicelli, folio éditions ci porta invece a spasso nei quartieri di Tunisi seguendo una cartina che traccia emozioni, voci, ricordi e incontri.

Carthage, di Daniel Rondeau, folio éditions: una passeggiata tra le rovine di un quartiere di Tunisi che ripercorre la storia di una civiltà letta da un punto di vista insolito, quello femminile, della sua fondatrice Alyssa alias, secondo i nostri testi scolastici, Didone. Un punto di vista non europeo regalato da uno scrittore e ambasciatore francese a Malta.

Cartagine oltre il mito di Giovanni Distefano, Oltre Edizioni, 2020, una serie di saggi che propongono la conoscenza aggiornata della città che fu signora del Mediterraneo e capitale dell’Africa romana, oltre i luoghi comuni del mito. Sono presentati episodi della vita urbana e religiosa della città rivale di Roma, prima e dopo il 146 a.C., anno della distruzione, monumenti e anche scorci di vita quotidiana.

 

A cura di Sophie Moreaus

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