Primi piatti, Verdure

La leggenda di San Martino

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La nebbia a gl’irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’esuli pensieri,
Nel vespero migrar

L’11 novembre si festeggia San Martino con la sua tiepida estate, in tutta Italia ma anche all’estero.

L’estate di San Martino: tre giorni e un pocolino, recita un famoso proverbio. Sono questi 3 giorni e mezzo di clima quasi estivo, i giorni in cui si apre il vino novello e finiscono simbolicamente le attività agricole. Si narra che in una giornata d’autunno il cavaliere Martino, uscendo dalle porte della città francese di Amiens, dove viveva, si accorse di un povero vecchio quasi nudo e infreddolito. Davanti a tale povertà, Martino, prese la sua spada e tagliò il suo caldo mantello di lana per donarlo al poveretto. Il sole a quel punto si mise a scaldare come in estate.
Per tale occasione i bimbi creano coloratissime lanterne, si preparano a festa e sfilano per le vie sfoggiando le lanterne. In Germania si dice che San Martino inizi il Natale, proprio come l’Epifania lo chiude. A differenza dei paesi del Sud Europa, nel Nord il giorno di San Martino viene festeggiato in particolar modo dai bambini, che una settimana prima cominciano a preparare le loro lanterne di carta per la processione. È infatti tradizione riunirsi il pomeriggio, quando inizia a fare buio, accendere la propria lanterna appesa all’estremità di un ramo e partecipare alla processione detta Laternenumzug, cantando canzoncine come.

Esiste anche un’altra leggenda sulla figura di San Martino, datata qualche anno più tardi, quando da soldato romano convertito al Cristianesimo aveva già preso i voti ed era noto alle genti per la sua carità. Si dice infatti che non volendo diventare vescovo per umiltà, nonostante l’ordine papale, scappò dal convento di notte e si rifugiò in un’aia piena di oche, mentre un gruppo di persone lo cercava disperatamente facendosi luce con delle lanterne. Le oche, come anche nella tradizione romana, fecero chiasso e indicarono esattamente il luogo dove trovarlo. E infatti il giorno di San Martino si mangia l’oca per tradizione.
La lanterna verrà accesa ogni sera come rito della buonanotte, fino all’arrivo del Natale: la lanterna rappresenta il calore dell’estate che teniamo con noi e che ci riscalda nel freddo dell’inverno. Come in tutte le celebrazioni religiose e in particolare cristiane, accade poi che anche il giorno di San Martino coincida con una ricorrenza pagana del passato. Agli inizi di Novembre, infatti, i contadini pagavano la decima ai Signori, spesso e volentieri con i prodotti della terra o del bestiame. Per eliminare quei capi di bestiame che sarebbero stati solo di peso durante l’inverno, succedeva che alla fine molte oche venissero offerte e a Novembre si mangiasse molta carne d’oca.

San Martino, comunque, è un personaggio molto amato dalla tradizione in tutto il mondo: si contano più di 4000 Chiese in suo onore in Francia e svariate nel resto nel mondo, ed il suo nome è stato dedicato a diverse cittadine.

Anche nella mia città natale c’è una chiesa dedicata a San Martino, a me molto cara perchè i miei genitori nel lontano 2 gennaio 1971 hanno celebrato il lo matrimonio.

La ricetta tipica si questo giorno sono i biscotti.
Oggi però vi propongo una ricetta diversa un’ottima vellutata di zucca con castagne.

 

Ingredienti per 4 persone
1 kg di zucca
150-180 gr di castagne secche (la quantità dipenderà dalla densità della polpa di zucca)
1 cipolla
1/2 cucchiaino di curry in polvere (facoltativo)
1-1,5 lt di brodo di pollo
1 dl di panna fresca
20 gr di burro
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
sale e pepe

Procedimento:
Mettere in ammollo le castagne per almeno 2 ore.
Sbucciare la zucca, eliminare i semi e tagliarla a pezzetti. Sbucciare la cipolla e tritarla.
Sciogliere il burro in una casseruola con l’olio e rosolare la cipolla. Aggiungere la zucca, poi unire le castagne, sale, pepe e il curry. Coprire a filo con il brodo e portare a ebollizione. Abbassare il fuoco e far sobbollire per circa 20 minuti.
Verificare la cottura inserendo la punta di un coltello nella zucca. Aggiungere la metà della panna e frullare tutto.
Servire la vellutata con 1 cucchiaio di panna per ogni porzione.
Buon San Martino Erica & Marianna

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