Torte biscotti dessert, Tradizione

Mandorle di primavera

Pastadimandorle2

 

Un’antichissima leggenda racconta che il mandorlo nacque da uno di quegli amori non a lieto fine.
I
Greci narravano che Fillide, una principessa Tracia, incontrò Acamante,
figlio di Teseo, sbarcato nel suo regno durante una sosta per la
navigazione verso Troia.
I due giovani si innamorarono perdutamente
ma Acamante fu costretto a proseguire con gli Achei per combattere nella
guerra di Troia.
La giovane principessa, dopo aver atteso dieci
anni che finisse la guerra, non vedendolo tornare con le navi vittoriose
si lasciò morire per la disperazione.
La dea Atena, commossa da
questa struggente storia d’amore, decise di trasformare Fillide in uno
splendido albero di mandorlo. Acamante in realtà non era morto e quando
seppe che Fillide era stata trasformata in albero abbracciò la pianta
che per ricambiare le carezze fece prorompere dai suoi rami fiori
anziché foglie. L’abbraccio si ripete ogni anno quando i fiori del
mandorlo annunciano la primavera.

Oggi per il Calendario del Cibo Italiano AIFB si festeggia la giornata nazione delle paste di mandorla, ambasciatrice Lidia Matiazzi, leggete qui il suo post.

Devo confessare, non ho mai preparato i dolcetti con la pasta di mandorle.
Mi piace sentire il profumo che emanano, ma non tanto mangiarli, per me sono troppo dolci, dopo mezzo devo smettere.
Mi piace un sacco fare i dolci ma non troppo dolci, non so se mi capite.

Però quando Lidia mi ha chiesto di preparare il contributo per la sua giornata, non ho saputo dirle di no. Mi sono quindi messa a leggere cenni storici, notizie, su questa preparazione.
Il mandorlo è diffuso in tutto il mediterraneo fin dall’antichità ed è prezioso per il suo seme: la mandorla.
In Sicilia fu portato dai Fenici e si diffuse poi nelle colonie greche. Si usava in cucina per la preparazione di dolci, ma veniva utilizzata molto per estrarre l’olio di mandorla in sostituzione al costoso olio di oliva.
All’inizio del secolo scorso la provincia di Agrigento era il primo produttore mondiale e la mandorla rappresentava la principale fonte di reddito. Venivano coltivate circa 752 specie.
Le mandorle venivano raccolte dopo ferragosto quando cominciava ad aprirsi la buccia esterna; venivano portate in paese perché il lavoro della sbucciatura veniva fatto dalla moglie dell’agricoltore aiutata dalle vicine di casa e dai parenti lungo le strade del paese.
Le mandorle venivano poi messe al sole ad asciugare.
Le donne poi si riunivano per schiacciare le mandorle.
Chi aveva un’abbondante produzione vendeva le mandorle ai sinzali.

Tutte le ricette dei dolci che si preparano oggi, trovano le loro origini nel mondo arabo e asiatico.
Le mandorle amare contengono acido prussico (acido cianitrico prodotto dall’amigdalina) e non vanno dunque consumate in grande quantità. In pasticceria si utilizzano per preparare gli amaretti.

Nelle pasticcerie di Avola si può trovare un dolce tipico di nome “Facciuna”; veniva prodotto nei conventi del circondario dalle monache che utilizzavano mandorle, zucchero, albume, miele, cannella e un po’ di cacao.

Le mandorle sono un’ottima fonte di grassi “buoni”, poiché ben l’83% delle calorie di questo alimento provengono da questo nutriente e di questi, la maggior parte sono monoinsaturi, il che le rende benefiche per l’apparato cardiocircolatorio, anche se non apportano una quantità significativa di grassi essenziali, al contrario di altri tipi di frutta secca come le noci.

 

Ho decorato alcuni dolcetti con le more di gelso secche che ho trovato in un nuovo bellissimo negozio La Bottega Sfusa, la titolare Laura Failla è veramente molto carina, competente e con un sacco di bellissime idee, spero a breve di poter approfondire la conoscenza.

Ingredienti
500 gr di mandorle pelate
350 gr di zucchero vanigliato
150 gr di albume
75 gr di scorzette di arance candite (facoltativo)
40 gr di miele di zagara
q.b. bacche di more di gelso per decorare
q.b. zucchero colorato
q.b. zucchero a velo

Procedimento
La prima cosa da fare è ottenere la farina di mandorle: frullate le mandorle insieme allo zucchero, fino ad ottenere una farina. Lo zucchero assorbirà l’olio prodotto dalle mandorle.
Io ho sempre in dispensa un barattolo con dentro dello zucchero e un paio di stecche di vaniglia incise, ho sempre a disposizione così lo zucchero vanigliato.
Porre la farina di mandorle dentro alla planetaria.
Frullare le scorze di arancia ed aggiungerle nella ciotola con la farina di mandorle, aggiungere anche il miele. Azionare la planetaria a bassa velocità, cominciar ad incorporare gli albumi non montati.
Attenzione che gli albumi non siano troppi, dovrà risultare un impasto non troppo morbido o c’è il rischio che non tenga la forma durante la cottura.
Quando l’impasto sarà pronto, potere dare la forma con le mani oppure utilizzando una spara biscotti per ottenere forme diverse. Io ho creato fiori e cuori.
Mettere i biscotti pronti da infornare sopra ad un foglio di carta da forno.
Decorare i biscotti a piacere con zucchero a velo, zucchero colorato, ciliegine candite, io ho utilizzato delle bacche di more di gelso.
Una volta decorati tutti, mettere in frigo per una notte.
Al mattino seguente infornare il tutto a 180°.
In base al forno serviranno dai 10 ai 17 minuti, si dovranno ottenere dei pasticcini dorati all’esterno ma morbidi dentro.

 

Fonti:
http://www.costierabarocca.it
http://www.tourismsicilia.com

4 Responses

  1. Grazie mille Erica, da vera calendar-girl non ti sei tirata indietro nonostante non sia il tuo tipo di dolce preferito. E il risultato è davvero bellissimo. Grazie per aver partecipato alla mia giornata, e con così tanto entusiasmo e competenza!
    Un abbraccio, Lidia

    1. Ciao Cristina, hai proprio ragione è un bellissimo progetto il Calendario e ci tengo sempre a partecipare per scoprire cose nuove.
      Ciao grazie alla prossima
      Erica

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